martedì 29 marzo 2011

Prossimi alla fine?

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Dopo aver pubblicato i canoni del Concilio di Cartagine* (anno 418) che, in virtù dell’approvazione pontificia, sono sempre stati considerati come regola della fede, inizio la pubblicazione del cosiddetto Indiculus.
L’Indiculus è un piccolo catechismo della Chiesa di Roma della prima metà del secolo V che raccoglie tutta la dottrina che riguarda la grazia. Il documento consta di vari interventi dei papi e di canoni dei concili particolari celebrati in Africa, a cui si aggiunge la testimonianza della liturgia.
Il fine dell’Indiculus,come risulta dalla Introduzione che riporto di seguito, è mostrare che la dottrina della Sede apostolica sulla necessità della grazia è identica a quella di sant’Agostino in tutti i punti essenziali.
L’Indiculus risulta particolarmente attuale in questo momento in cui su un quotidiano(di cui taccio il titolo), letto da cattolici impegnati e atei devoti, è stato scritto che «il peccato originale, autentico mostro speculativo e spirituale, è il cancro che Agostino ha lasciato in eredità all’Occidente».
Ritornano alla mente le parole che papa Montini, nel settembre 1977, disse all’amico Jean Guitton: «C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel vangelo di san Luca: “Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?”. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Questo, secondo me, è strano. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora molto a lungo. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non-cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia».


Indiculus

Piccolo catechismo romano sulla grazia


Poiché alcuni, che si vantano di chiamarsi cattolici, perseverando o per cattiveria o per ignoranza nelle opinioni condannate degli eretici, pretendono di opporsi a coloro che ragionano con autentica pietà, e, pur non esitando a condannare Pelagio e Celestio, tuttavia contraddicono i nostri maestri, come se questi avessero ecceduto più del necessario [nella condanna], e sostengono di seguire e accettare soltanto quanto la santissima Sede del beato apostolo Pietro ha sancito e insegnato attraverso il ministero dei suoi vescovi contro i nemici della grazia di Dio, si è reso necessario ricercare con precisione quale giudizio abbiano dato i capi della Chiesa di Roma di quell’eresia [il pelagianesimo] sorta al loro tempo, e che cosa abbiano ritenuto che bisognasse credere riguardo alla grazia di Dio contro i dannosissimi difensori del libero arbitrio; e [a quel giudizio] uniremo alcune affermazioni dei concili africani, che i vescovi della Sede apostolica fecero completamente proprie, approvandole. Esponiamo quindi i documenti dei santi Padri in un breve elenco [l’Indiculus ], in modo che coloro che hanno dei dubbi su qualche punto ne abbiano un più completo insegnamento; leggendolo, chi non è eccessivamente ostinato dovrà ammettere che la conclusione di tutte le dispute deriva conseguentemente dagli autorevoli giudizi che vengono in breve qui di seguito esposti, e che non rimane più alcuna ragione di contraddizione per chi con i cattolici crede e afferma quanto segue.
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* : Vedi post precedenti sulla Grazia, l'ultimo dei quali pubblicato ieri 28 marzo col titolo: "Tutto è Grazia? Sì, ma senza esagerare!"