martedì 8 marzo 2011

Il tormento dell'avidità

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Domani comincia la Quaresima...

Dai "Discorsi" di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo (5,5-6)

Ricordiamo, fratelli, le parole del Signore: "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano" (Lc.6,27). Ecco, il Signore ci ordina di estendere la nostra carità perfino ai nemici e di aprire il nostro cuore di cristiani anche a coloro che ci perseguitano. E quale sarà la nostra ricompensa? Ce la mostra il Signore stesso, Lui che gratuitamente, per mezzo dello Spirito Santo, la infonde nei nostri cuori. Egli che si degna di farci dono della carità benchè indegni, ci dica che cosa darà in premio a coloro che praticandola se ne saranno resi degni.
Quelli infatti che ameranno i loro nemici e faranno del bene a coloro che li odiano, saranno figli di Dio. Ciò che poi riceveranno questi figli di Dio, ce lo dice l'Apostolo: "Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo" (Rm.8,16-17).
Udite dunque, o cristiani, udite o figli di Dio, eredi di Dio e coeredi di Cristo. Per possedere l'eredità del Padre è indispensabile che siate larghi della vostra carità, non solo con gli amici, ma anche coi nemici. Non rifiutate a nessuno la carità che è un bene comune, non terreno ma celeste, elargito indistintamente a tutti gli uomini. Esercitatela tutti, e per farlo più pienamente, estendetela sia ai buoni che ai cattivi. La carità è un dono di Dio. L'avidità invece è un laccio del diavolo; e non solo un laccio, ma anche una spada, perchè dopo aver catturato, uccide. La carità è la radice di tutti i beni, "l'attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali" (1Tm.6,10).
L'avidità si tormenta continuamente perchè non è mai sazia di ciò che riesce ad avere. La carità invece è sempre lieta, perchè più ha, più dà. E mentre l'avaro più accumula più impoverisce, chi è generoso più dà più si sente ricco. L'avidità cerca sempre di vendicare i torti ricevuti e si agita; la gioia del perdono distende la carità nella pace. L'avidità sfugge le opere di misericordia, la carità è felice di praticarle. L'avidità non si fa scrupolo di ledere il prossimo, la carità si guarda dal recargli alcun male. L'avidità si esalta, ma precipita nell'inferno; la carità, umiliandosi, s'innalza verso il cielo. Dove trovare espressioni adeguate per celebrare degnamente la carità? Essa che non rimane isolata in cielo, così non è abbandonata a se stessa sulla terra. In terra si pasce della parola di Dio, in cielo ne è saziata. In terra è circondata di amici, in cielo è consorte degli angeli. Si affatica nel mondo; ma in Dio trova riposo. Qui di giorno in giorno si perfeziona con l'esercizio, in cielo viene posseduta senza limiti nella sua pienezza.